ll ginocchio è la parte del corpo forse più delicata e a rischio infortunio. Basta davvero poco, un colpo, una lesione, i tempi che passa, per ritrovarsi a dover gestire affaticamento, dolore, difficoltà a camminare. Sono molti gli infortuni che colpiscono il ginocchio, i diversi tessuti delle ossa, la cartilagine e i legamenti. Nella peggiore delle ipotesi si rischia l’intervento chirurgico, in altri casi può bastare un po’ di riabilitazione. In ogni caso potrebbe essere saggio indossare un tutore. Il tutore ginocchio è un meccanismo attraverso il quale si mette il ginocchio a riparo da eventuali altri danni, lo si tiene fermo e ben sorretto, si leniscono i dolori e si dà la possibilità all’arto di ritrovare il suo equilibrio. In vista di quanto sino ad ora detto, cerchiamo di capire i casi più comuni in cui si consiglia l’uso del tutore.
Indossare il tutore dopo un intervento chirurgico
Per indossare un tutore c’è bisogno di aver fatto visite o comunque consulti da un ortopedico. Di norma è proprio lo specialista a stabilire se sia il caso o meno di trattare il ginocchio anche con l’uso del tutore. Sicuramente dopo un intervento chirurgico, si va in automatico a chiedere al paziente di indossare i tutori sulle ginocchia. Infatti, nel momento in cui i legamenti hanno subito un infortunio, si cerca di ripristinare la naturale stabilità. Con il tutore infatti si supporta l’articolazione e le si restituisce il naturale equilibrio. Facciamo l’esempio di un paziente che ha dovuto subire un’operazione per costruire più legamenti. Facciamo anche l’esempio che i legamenti si fossero rotti in concomitanza dei crociati. Ebbene data la delicata situazione, è importante far mettere al paziente il tutore per almeno trenta giorni dal post operazione.
Indossare il tutore in caso di distorsione
La distorsione è meno grave dell’operazione, ma va comunque trattata nel modo giusto. Gli ortopedici anche in questo caso suggeriscono di proteggere gli arti attraverso l’uso del tutore. Assumendo la giusta terapia in combo con l’uso del tutore, in circa una decina di giorni si risolve il tutto.
Instabilità dei legamenti
I benefici dei tutori si possono avvertire in larga scala anche nel caso in cui si soffre di instabilità dei legamenti. Immagina di avere una mancanza cronica ai legamenti del ginocchio che ti creano insufficienza funzionale. In questo caso, che si verifica soprattutto in coloro che provocano sport (come ad esempio il tennis o lo sci), il tutore risulta essere una manna dal cielo. In tal modo si ripristinare la stabilità del ginocchio, in particolare per coloro che hanno un’alta funzionalità dell’arto. Ovviamente tieni conto che tale suggerimento può andare bene anche per chi ha un’età avanzata, e dunque i legamenti si sono indeboliti a causa del tempo che passa.
Indebolimento della rotula
L’instabilità dei legamenti può colpire anche la rotula. Anche in questo caso il tutore può rivelarsi più che utile. La sindrome femoro rotulea non si può sistemare con una semplice ginocchiera elastica. Serve qualcosa di più forte che possa comprimere la pelle, migliorare la propriocezione e dare al ginocchio maggiore stabilità. Sebbene da un punto di vista biomeccanica il funzionamento sia pressappoco lo stesso, accentuando meglio la rotula con il tutore si raggiunge un equilibrio funzionale molto più rapidamente. Anche in questi casi possono bastare dieci giorni se si subisce un trauma. In tal modo si gestisce il dolore e si aiuta il ginocchio a tornare alla sua naturale consistenza.
Tutore da freno al sovraccarico
Per coloro che hanno subito un mini infortunio, un semplice strappi o una distorsione, si può anche evitare di tenere per molto il tutore. Le evidenze scientifiche hanno palesato che il tutore si può evitare in questi casi e che si può dare per lesioni di lieve entità all’organismo l’input a guarire seguendo il regolare corso del tempo.