L’epitrocleite, è un infiammazione dei tendini e dei relativi muscoli che hanno origine dall’epitroclea omerale (sporgenza ossea situata nella zona mediale del gomito).
Nota anche come gomito del golfista, essa colpisce tendini e muscoli molto sollecitati nel golf.
Nell’epicondilite, invece, detta gomito del tennista, si sollecitano tendini e muscoli diversi, molto coinvolti nella pratica tennistica, che originano dall’ epicondilo laterale, anche se entrambe le infiammazioni si localizzano al livello dell’articolazione del gomito.
Le origini dell’epitrocleite
Tra le cause dell’epitrocleite possiamo citare il sovraccarico funzionale dei muscoli epitrocleari (gesto ripetuto frequentemente) e la degenerazione tendinea
Ad ogni modo, possiamo certamente inquadrare come fattore predisponente qualsiasi attività che preveda la flessione vigorosa dell’avambraccio o l’applicazione di una forza in valgo del gomito. In quest’ ultimo caso sono coinvolte strutture che servono a ruotare verso l’interno la mano e l’avambraccio e a flettere il polso e le dita.
Per questo, talvolta, l’epitrocleite affligge i lavoratori nell’edilizia, spesso alle prese con utensili e attrezzi che richiedono movimenti ripetitivi di polso e avambraccio.
Cosa causa l’infiammazione?
A causare l’infiammazione, duque, è l’eccessiva sollecitazione durante la pratica sportiva, oppure, come detto, i movimenti che si compiono durante una particolare tipologia di lavoro. Le sollecitazioni a carico dei tendini sono tali da farli infiammare e/o degenerare. Quindi, la spiegazione più semplice che possiamo dare dell’epitrocleite è questa: si tratta della conseguenza della ripetizione esasperata e combinata di movimenti, con applicazione di forza e flessione del polso.
Come si cura?
La prima cosa che ci sentiamo di consigliare a chi sente il tipico dolore al gomito è il riposo funzionale dell’arto sofferente. Prestate attenzione! Non si parla di riposo assoluto. Il tendine, infatti, è un tessuto che per sua natura è scarsamente vascolarizzato. Va da sè che non farlo lavorare affatto riduce la vascolarizzazione del tessuto stesso e quindi il suo potenziale di recupero. Bisogna dare al tendine sollecitazioni adeguate, mirate a vascolarizzare i tessuti patologici. Molto valido è a tal proposito una fisioterapia che metta in allungamento le strutture coinvolte, mediante allungamenti, stretching, tecniche di neurodinamica, lavoro isometrico, ecc.
Si può, nel contempo, applicare impacchi di ghiaccio e utilizzare fasciature compressive. Anche l’uso di un tutore per il gomito e l’assunzione di antinfiammatori aiutano a superare le fasi acute di dolore. Per risolvere definitivamente il problema, però, vi invitiamo a sottoporvi a una terapia con il nostro fisioterapia.
Ecco perché l’intervento del fisioterapista è risolutivo!
Nel corso della prima visita allo Studio Delos, il nostro fisioterapista esamina ogni aspetto della tua condizione fisica, mettendola in relazione all’evento che ha determinato il problema del quale si è afflitti. Al termine di un’attenta analisi si passa alla definizione degli obiettivi della riabilitazione motoria, che si ottiene con l’uso di elettromedicali di ultima generazione. Quali la tecarterapia, la pompa diamagnetica, le onde d’urto, la laserterapia yag, la frems, la diatermia, il tens, la magnetoterapia.
I vantaggi della riabilitazione motoria
La riabilitazione motoria, presso lo Studio Delos, si basa su una serie di importanti esercizi. Essi rafforzano l’apparato scheletrico-muscolare e miofasciale destabilizzato e servono alla rieducazione del sistema nervoso e a un controllo dell’intero corpo e dei riflessi propriocettivi. In ogni programma riabilitativo ci sono esercizi, attivi e passivi. Da svolgere alla presenza del fisioterapista.
Si tratta di:
- esercizi per recuperare la resistenza muscolare;
- esercizi di rinforzo muscolare;
- rieducazione posturale