Chi ha perso i denti naturali può rivolgersi all’implantologia dentale per riacquistare un senso estetico. Infatti l’odontoiatria, con questa sua specializzazione, può avere l’obiettivo di costruire i denti mancanti attraverso degli impianti con radici artificiali. Quindi possiamo descrivere l’implantologia dentale come una vera e propria procedura di riabilitazione per chi, per varie cause, non ha più i denti naturali. Dobbiamo sempre tenere presente che non si tratta soltanto di una funzione estetica, visto che i denti artificiali vengono utilizzati in maniera ineccepibile anche per quanto riguarda la funzione della masticazione. Ma quali sono le cause che possono determinare la perdita dei denti? Analizziamole più a fondo.
Le cause della perdita dei denti naturali
L’implantologia dentale, quindi, si capisce da cosa abbiamo detto che può essere un rimedio quando si subisce la perdita dei denti naturali. Questi possono venire a mancare per varie ragioni. Per esempio le malattie parodontali, la carie in fase avanzata e le altre patologie del cavo orale possono portare alla perdita dei denti. Altre volte tutto ciò si verifica a causa di traumi meccanici di diverso genere.
Di conseguenza possiamo dire che la perdita dei denti, uno o più, può essere dovuta a diverse cause. A volte, proprio per la mancanza di denti, si riduce la funzione masticatoria, con la perdita di massa e di densità del tessuto osseo. È possibile rimediare rivolgendosi alle tecniche di implantologia dentale.
Quali sono le principali tecniche di implantologia dentale
Se si vogliono sostituire i denti naturali con la realizzazione di quelli artificiali, l’implantologia propone differenti soluzioni. Infatti è possibile avere delle protesi mobili parziali o totali, si possono effettuare ponti sui denti naturali oppure si può portare avanti una riabilitazione con impianto dentale.
Sarà l’implantologo, ovvero il dentista specializzato, che, visitando il paziente, potrà consigliare quale sia il trattamento più adeguato. Infatti l’odontoiatra, per riuscire a comprendere quale soluzione sia più consigliata per un dato paziente, effettua un esame dei denti anche attraverso esami come radiografie e TAC digitali in 3D.
Anche nel caso in cui si riferisca alla messa in atto di un intervento di implantologia, vengono predisposte delle pianificazioni al computer, per meglio posizionare l’impianto. Si tratta di quella che in gergo tecnico viene chiamata pianificazione computer guidata. È questa una tecnica molto importante, perché consente di posizionare l’impianto in maniera più precisa e fa in modo che l’intervento risulti meno invasivo, chiaramente tutto a vantaggio del paziente che si rivolge al professionista per la ricostruzione dei denti.
Le tempistiche dell’integrazione dell’impianto
Quando viene eseguita un’implantologia dentale, di solito si usa un impianto in titanio, che viene integrato nell’osso dell’arcata dentale. Si struttura così un legame molto intenso tra l’osso e l’impianto e il soggetto può masticare anche in maniera intensa, senza subire danni.
Ma quanto tempo ci vuole perché avvenga completamente l’integrazione dell’impianto? La tempistica è variabile, perché dipende dall’osso che si prende in considerazione. Infatti, se ci riferiamo all’osso mandibolare, il tempo di integrazione corrisponde a circa due o tre mesi. Invece in riferimento all’osso mascellare le tempistiche vanno da tre a quattro mesi.
Il risultato finale è molto soddisfacente, perché il paziente non noterà niente di diverso all’interno della sua bocca. Sarà sempre il professionista esperto che può valutare vari fattori da tenere in considerazione, che possono influire sul rallentamento dell’osteointegrazione.
Durante questo periodo si deve passare per una fase che si chiama scopertura dell’impianto. L’implantologo esegue un piccolo intervento prima di passare alla fase finale, che consiste nella realizzazione dei denti nuovi. Nel corso dell’operazione il paziente non prova dolore, anche perché generalmente viene somministrata un’anestesia locale. È un intervento che si fa in ambulatorio.