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Requisiti e skill per lavorare come OSS: quali sono?

Tra le svariate figure presenti in ospedale, nelle cliniche private e nelle strutture residenziali, troviamo anche l’OSS – acronimo che sta per Operatore Socio-Sanitario – a sostegno di medici ed infermieri.

Il ruolo dell’OSS, infatti, è di primaria importanza: lungi da essere un “semplice” inserviente, questi ha il compito di assistere il personale medico-sanitario nelle più differenti operazioni di cura dei pazienti.

Affermare che l’OSS si occupi soltanto di igiene ed alimentazione è certamente limitante: si tratta, piuttosto, di una figura multi-disciplinare, che ha come obiettivo principale il benessere psico-fisico della persona.

Formazione e qualifica professionale per OSS

Ma quali sono i requisiti per lavorare come OSS?

Partiamo, innanzitutto, dai titoli richiesti dalla legislazione vigente: chiunque voglia accedere alla posizione di OSS è tenuto a conseguire un’apposita qualifica professionale, che si ottiene frequentando un corso di formazione della durata di 1.000 ore (per un periodo massimo di 18 mesi), suddivise tra lezioni frontali ed esperienze pratiche (es. tirocinio).

A sua volta, il corso è aperto solamente a chi:

  • ha compiuto la maggiore età;
  • ha assolto l’obbligo scolastico (diploma di scuola secondaria di I grado);
  • ha una buona conoscenza della lingua italiana (per cittadini stranieri).

Infine, per ricevere l’attestato da OSS, è necessario superare l’esame di valutazione delle competenze previsto al termine del corso.

Soft skill per una carriera da OSS

Conseguire la qualifica professionale da OSS costituisce soltanto il primo passo verso questo tipo di carriera. Difatti, data la particolare complessità e delicatezza delle mansioni attribuite agli operatori socio-sanitari, non è sufficiente esibire un semplice attestato per “gettarsi nella mischia”.

Servono, piuttosto, anni e anni di esperienza, partendo dai compiti più basilari per giungere, nel tempo, ad un ruolo sempre più centrale sul posto di lavoro. Ma non solo: un bravo OSS dovrebbe possedere anche una serie di competenze personali – dette soft skill – che gli permettano di svolgere le varie mansioni con la dovuta precisione e nel pieno rispetto del paziente.

A quali soft skill ci stiamo riferendo?

  • Doti relazionali ed empatia, per costruire un rapporto di fiducia con la persona e riuscire ad interpretare al meglio i suoi bisogni.
  • Gestione dello stress, per non lasciarsi travolgere nei momenti più “frenetici”, con il rischio di giungere ad una condizione di burnout.
  • Capacità di lavorare in team, per offrire un valido sostegno a tutti i membri dell’equipe medica e, in generale, al resto dello staff.

OSS libero professionista: come fare?

L’OSS può essere assunto, con contratto a termine o a tempo indeterminato, presso strutture sia pubbliche che private (dagli ambulatori alle case di riposo per anziani, ecc.). Altre volte, invece, viene inquadrato dalle aziende come collaboratore esterno, e quindi come libero professionista.

Chi sceglie la seconda modalità, per legge è tenuto, a regolarizzare la sua posizione dinanzi all’Agenzia delle Entrate, a rilasciare fatture ai suoi clienti, a dichiarare annualmente il reddito prodotto, a pagare tasse e contributi, nonché ad adempiere a numerosi obblighi sia fiscali che burocratici.

Gestire tutte queste incombenze non è affatto uno scherzo. Soprattutto per chi dedica gran parte del proprio tempo ad un’attività impegnativa come quella dell’OSS freelance. Dunque, come orientarsi nel mondo del fisco?

Una risposta a questo interrogativo arriva dal web e, in particolare, da Fiscozen, che negli ultimi anni ha completamente oscurato la “vecchia” figura del consulente fiscale, proponendo le medesime prestazioni (es. apertura P. Iva con Codice ATECO da OSS, gestione fatture e dichiarazioni, versamento imposte, ecc.) ma ad un costo ben più contenuto.

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